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I gioielli nella Mesopotamia


La grande difficoltà che si incontra nel tracciare la storia completa dei gioielli nasce dalla scarsità dei reperti. Questa mancanza è causata in primo luogo dal valore intrinseco dei metalli, pregiati e non, che vennero impiegati con l’arrivo delle, appunto, età dei metalli.

Infatti, questa preziosità ha fato sì che i metalli fossero riutilizzati lungo i secoli nell'esecuszione di nuove opere.


Circa 7000 anni fa, gli uomini preistorici cominciarono a sfruttare il fuoco non solo come elemento per riscaldarsi o per tenere lontani gli animali feroci, ma anche per lavorare il metallo, iniziarono la lavorarli per costruire i primi utensili, abbandonando così progressivamente l'utilizzo della pietra. Queste scoperte dettero luogo alle età dei metalli, che comprendono l'età del rame (5000-3000 a.C.), l'età del bronzo (3000-1100 a.C.) e l'età del ferro (a partire dal 1100 a.C.).


In questo articolo, nonostante potrei parlarvi di diversi e numerosi popoli, vorrei parlarvi di una popolazione che ci ha lasciato dei meravigliosi esempi di oreficeria, tra i miei preferiti: i Sumeri.




I Sumeri sono considerati la prima civiltà urbana, insieme a quella dell'antico Egitto e della valle dell'Indo. Si trattava di un'etnia della Mesopotamia meridionale (l'odierno Iraq sud-orientale), nata o stanziatasi in quella regione dal tempo in cui vi migrò (attorno al IV millennio a.C.) fino all'ascesa di Babilonia (attorno al 1500-1400 a.C.).


Questa popolazione si stanziò nella valle tra il Tigri e l'Eufrate, organizzandosi in città-stato e stabilendo uno sfruttamento stabile dell'agricoltura che permise presto una produzione intensiva eccedente i consumi, utilizzabile per procurarsi, grazie al baratto, le materie prime di cui il bacino mesopotamico era privo.


Alla fase del baratto successe quella di un commercio dei manufatti, che creò una classe artigianale altamente specializzata.


L’arte della gioielleria venne perfezionata ai massimi livelli. Siccome gli argentieri/orafi non potevano permettersi le strutture e i materiali necessari all’attività, lavoravano in corporazioni controllate dal governo. I materiali che gli venivano forniti li portarono a innovazioni rivoluzionarie nelle tecniche di lavorazione dei metalli preziosi.


Intorno al 3500 a.C. l'area Mesopotamia conobbe la fioritura di grandi complessi urbani come quello di Ur.


Le tombe di Ur


Solo all'inizio del XX secolo, grazie agli studi dell'archeologo Sir Leonard Woolley, si potè avere idea della complessità delle conoscenze metallurgiche e artigianali dei Sumeri. Durante i suoi scavi nella città di Ur, Woolley portò alla luce gioielli ed oggetti in oro di incredibile bellezza e perfezione tecnica.


Gli scavi rivelarono una civiltà assai articolata: un complesso di case private gravitavano intorno ad un palazzo del Parlamento e, nell'are circostante al tempio, fu scoperto un cimitero con centinaia di tombe, la maggior parte appartenute a cittadini comuni.


Alcune tombe però erano costruite in maniera differente e più complessa: lunghi cunicoli portavano a grandi stanze che probabilmente appartenevano a re, governatori e altre figure importanti.Il ritrovamento più eccezionale di tutti fu il tesoro funerario della regina Pu-Abi.


In Sumeria era costume tumulare i reali con tutto il loro seguito di corte. Potrpio per questo motivo, nella stanza esterna alla tomba vennero trovati 63 corpi: soldati con armi d'oro, ancelle ornate di collane, orecchini, e acconciature di foglie di faggio d'oro.


Il corpo della regina invece era completamente vestito d'oro, lapislazzuli, corniole e agate. Al suo fianco furono trovati: una grande acconciatura composta da file di foglie e dischi in oro cesellato, un diadema con fiori aperti, enormi orecchini cavi, una grande collana in oro, lapislazzuli e corniole.

I gioielli trovati ci fanno comprendere come venivano lavorati i materiali: per esempio le pietre venivano prima molate, poi levigate e infine forate per diventare grani.


Vi lascio altre immagini dei gioielli trovati ad Ur ed in altre città.





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